Sembra banale, ma senza la vite sarebbe impossibile produrre vino. Ma quale è la storia della vite? Come nasce, cresce ed arriva alla produzione dell’uva? E per concludere, quali sono le nostre varietà locali? Proviamo a dare una risposta a queste domande..
LE ORIGINI DELLA VITE
Forse in pochi sanno che le prime tracce di Vitis Vinifera Silvestris risalgono ad almeno 200 milioni di anni fa ed i fossili più antichi vennero ritrovati principalmente nel Caucaso prima di diffondersi in tutto il mondo nel corso dei secoli a venire. Nell’era storica definita come Neolitico, l’ultimo periodo dell’età della Pietra, va dall’10000 a.C. al 3500 a.C. circa, l’uomo passò finalmente da nomade a stanziale ed iniziò a lavorare il terreno. Successivamente iniziò a selezionare le migliori specie coltivabili e atte alla sopravvivenza dell’uomo, tra cui proprio la vite. Nei millenni che seguirono, le specie selvatiche della Vitis Vinifera hanno sicuramente subito innumerevoli mutazioni e sviluppato le varietà più adatte alla coltivazione e soprattutto alla produzione di uva.
IL CICLO DELLA VITE E LE SUE FASI FENOLOGICHE
Ogni anno la vite segue sette fasi che compongono il suo intero ciclo vitale:
1. Il pianto: dopo un lungo riposo invernale, nel mese di marzo, il rialzo delle temperature permette alla vite la ripresa attività radicale. I tralci iniziano dunque a “piangere”, facendo fuoriuscire dalle ferite provocate dalla potatura, un liquido linfatico, riappropriandosi così dell’acqua e dei sali minerali perduti durante la stagione fredda.
2. Successivamente al pianto si ha il germogliamento, con la sbocciatura delle prime gemme e foglioline.
3. Le foglioline crescono e si sviluppano i nuovi tralci. Lo sviluppo della vegetazione si prolunga fino alla maturazione del tralcio: da verde diviene marrone.
4. Tra il mese di maggio e giugno si ha la fioritura.
5. Poco dopo la fioritura, sui tralci compaiono delle piccole sfere: da ogni fiore impollinato nasce infatti un acino d’uva. Questa fase è chiamata allegagione.
6. L’attività vegetativa termina con l’inizio della maturazione dell’uva, questo fenomeno si chiama invaiatura ed implica il cambiamento del colore dell’acino.
7. L’ultima fase è la maturazione dell’uva che viene raggiunta quando si ottiene un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidi
VARIETA’ AUTOCTONE DELLA VALPOLICELLA
Le varietà di uva locali utilizzate nella produzione dei vini DOC e DOCG della Valpolicella sono principalmente quattro:
– Corvina: la più utilizzata in termini di percentuale di uvaggio. Fornisce al vino un colore rosso rubino intenso e dei profumi fruttati. Con la maturazione si arricchisce di note speziate e minerali.
– Corvinone: utilizzato essenzialmente come rafforzante del Corvina, presenta una spiccata acidità.
– Rondinella: è il vitigno sicuramente più diffuso in Valpolicella. Dona al vino profumi speziati, leggera armonia e buona corposità.
– Molinara: la varietà meno utilizzata in termini di quantità, ma in grado di rilasciare al vino una marcata acidità.
Campagna finanziata ai sensi del Reg. UE n. 1308/2013
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